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ERCOLE ED EMILIO LEPIDO

Emilio Lepido Ercole

Le statue prima del restauro

Le statue occupano due grandi nicchie ricavate, per collocarvi i due giganti marmorei, dalla chiusura dei finestroni che, ai lati del portone, davano luce all'atrio d'ingresso di Palazzo Ducale. Rappresentano l'eroe mitologico Ercole, raffigurato come un gigante barbuto, con la clava, la pelle di leone e il cane a tre teste, e Marco Emilio Lepido, il console a cui si deve la costruzione della Via Emilia, dal corpo possente, rivestito dalla corazza.

Furono realizzate intorno al 1565 dallo scultore reggiano Prospero Sogari Spani, detto il Clemente (1516-1584): sulla clava dell'Ercole e sul cingolo della corazza dell'Emilio Lepido si legge infatti la medesima firma :"PROSPER CLEMEN. REGIEN". Il banchiere reggiano Gaspare Scaruffi le aveva acquistate dall'artista al prezzo di 1200 scudi d'oro e alla sua famiglia le opere rimasero fino al 1724, quando Claudia Prati Scaruffi le destinò per testamento al duca Rinaldo I d'Este. In conseguenza di ciò le due statue vennero poi trasportate da Reggio al Palazzo Ducale di Modena e poste nell'attuale sede.

Le due statue sono state soggette, nel tempo, ad interventi umani e fenomeni naturali che ne hanno in parte alterato l'integrità, a partire dal trasporto sopra ricordato, per il quale le opere vennero smontate (l'Emilio Lepido é formato da 12 pezzi) e poi riassemblate. Ai danneggiamenti subiti nel corso di queste operazioni si aggiunse il bombardamento del 13 maggio 1944 che, facendo crollare parte del parapetto del balcone superiore, causò la defalcazione di alcune dita della mano sinistra e dello spallaccio dell'Emilio Lepido. Da non trascurare sono anche i problemi causati dall'adozione, in passato, di trattamenti a scopo conservativo o protettivo non adeguati alla natura del materiale marmoreo, che hanno causato negli anni effetti contrari a quelli per cui erano stati ideati. Infine la collocazione in una zona soggetta all'inquinamento dovuto ai numerosi mezzi che giornalmente circolano a pochi metri dalle statue, le aveva ridotte in pessime condizioni: oltre agli annerimenti della superficie marmorea, si potevano notare diffuse incrostazioni, numerose fessurazioni e sollevamenti della crosta superficiale, a causa dell'effetto delle acque meteoriche.

Emilio Lepido Ercole
Legenda


L'ultimo intervento (1988-1989) ha cercato innanzi tutto di valutare le condizioni delle due opere attraverso un serie di indagini che sono andate dalla statica ad analisi petrografiche e chimiche eseguite su frammenti di marmo più o meno degradato o porzioni di patina superficiale. Il restauro vero e proprio é poi consistito, in sintesi, in un'opera di pulitura e consolidamento delle superfici, avvenuta non sempre in quest'ordine, perché a volte le aree di marmo disaggregate hanno richiesto un consolidamento preliminare. A restauro ultimato è stato così nuovamente possibile apprezzare il grande virtuosismo della tecnica esecutiva, riscontrabile, ad esmpio, nella finezza delle piccole ed eleganti figure scolpite nelle bandelle della corazza dell'Emilio Lepido o nell'accurata resa della clava o del pelo del cane a tre teste.

Dettaglio della Testa - Prima Dettaglio della Testa - Dopo

Particolari durante il restauro: prima e dopo


Particolari durante il restauro: Pulizia Particolari durante il restauro: Impacchi

Particolari durante il restauro: pulizia ed impacchi






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